Kung-Fu Panda 3 (2016)

Mario Adinolfi ha detto che “Kung-Fu Panda 3” non va visto, perché propugna le tesi dell’ideologia gender. Al di là del fatto che l’idelogia gender non esiste e chi usa questa locuzione non sa neanche l’inglese, il nostro Marione nazionale ha ben pensato di uniformarsi a un costume molto diffuso in un certo ambito ignorante – del web ma anche dell’era pre-web, abbassate i vostri martelli luddisti – cioè giudicare un film senza nemmeno averlo visto.

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Legend (2015)

Devo dire che la scena col furgone mi ha fatto effettivamente ridere ma soprattutto che Tom Hardy non mi ha deluso per niente, anzi. Non esagero se dico che è stato la colonna portante di un film che si inserisce in quella che sembra essere una lunga agiografia di questi due gemelli “leggendari” nella storia inglese degli ultimi sessant’anni. Non è il primo film in merito alla vita travagliata dei gemelli Kray, è l’adattamento di una biografia curata da John Pearson quando Reginald e Ronald Kray erano ancora in attesa di vedersi comminare la pena definitiva, è una produzione inglese e questo forse spiega anche la sottile aura di mito che, nonostante tutto, circonda le vicende di questi due pericolosi gangster.

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Lo chiamavano Jeeg Robot (2016)

Enzo Ceccotti è un ladruncolo, che abita in un appartamento scalcagnato in un brutto palazzone a Tor Bella Monaca, campa di rapine, vive solo e soprattutto isolato da tutti, in uno stato di abbrutimento in cui tutta la sua vita ruota solo attorno ai vasetti di yogurt e ai dvd porno – che consuma in entrambi i casi in modo compulsivo. Enzo non tiene a nient’altro che a se stesso e vive sprofondato in quello stato di apatia tipico di chi non vede alcuna via d’uscita a una situazione di profonda disperazione.

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Zootropolis (2016)

“Zootropolis” aveva invece tutte le carte in regola per potermi stupire positivamente. Animali antropomorfi, una realtà alternativa, una trama da noir che faceva intravedere quel famoso “doppio livello d’interpretazione” che rende certi film apparentemente per tutti ma sotto sotto per adulti, perché solo se hai una certa età capisci gli ammiccamenti e soprattutto alcuni dei messaggi più sottili della storia.

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Il fumetto supereroico (2010)

Come da titolo, “Il fumetto supereroico” è un saggio che analizza il fumetto americano mainstream a tema supereroico prodotto dalla DC Comics e dalla Marvel e in special modo le testate e i supereroi di maggior successo popolare – ovvero, fra gli altri, Superman, Batman e Wonder Woman da un lato; Capitan America, Spiderman e gli X-Men dall’altro.

Suddiviso in tre aree tematiche, il saggio affronta l’analisi di questi fumetti da tre prospettive differenti.

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L’oceano in fondo al sentiero (2013)

In questo caso, “L’oceano in fondo al sentiero” è stato un graditissimo regalo di Natale di una mia amica – arrivato a Febbraio perché le Poste Italiane fanno schifo – che ho divorato in appena due giorni e questo già preannuncia della scorrevolezza di un romanzo breve (parliamo di 187 pagine, suppergiù) che mi ha catturato fin dalla prima riga del prologo e non mi ha permesso di abbassare l’attenzione fino all’ultima riga dell’epilogo.

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Deadpool (2016)

Sì. Lasciando da parte il fumetto, che non tutti conoscono, anche nel film Deadpool mantiene intatte le sue caratteristiche di insopportabile bastardo logorroico senza codice d’onore (o con un codice d’onore tutto suo, che differisce molto dalle regole del vivere comune, ognuno la veda come vuole, anche l’immoralità ha una sua etica di fondo, alla fine) e soprattutto è un mercenario che combatte per se stesso e non risparmia i suoi nemici.

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Zoolander 2 (2016)

Insomma, “Zoolander 2” sta subito sul pezzo e a questo giro si concentra sule ossessioni di questi ultimissimi anni: da Justin Bieber, che deve assolutamente farsi un selfie prima di tirare le cuoia e la morte può attendere, mentre sceglie il filtro più giusto per postare la sua faccia su Instagram; a Derek stesso, che si ficca in un incidente stradale con il figlio per farsi una foto col bastoncino dei selfie; da Don Atari che parla contraddicendosi da solo a un mondo della moda sempre più esasperato nel tentativo di stupire un pubblico ormai assuefatto a qualsiasi bizzarria.

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The Star Wars Holiday Special (1978)

Abbiamo visto questo film in quattro e, nell’ordine, a una mia amica ha cominciato a sanguinare il naso all’improvviso, l’altra si è assentata per mangiare la pizza, è tornata e ha continuato a guardare lo special senza praticamente perdere il filo, mia sorella ha cominciato ad aggiornare freneticamente qualsiasi social pur di non fissare troppo a lungo lo schermo, io mi contorcevo in preda al dolore sulla sedia reclinabile del soggiorno.

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