Immaginate di lavorare per cinque (5) anni alla creazione di cento (100) episodi di uno show animato, di svegliarvi una mattina e scoprire tramite social e siti web del settore che il vostro datore di lavoro ha deciso di cancellare suddetto show senza nemmeno mandarlo in onda, che non riceverete tutti i pagamenti previsti e che anni di sudore e rinunce e talento verranno buttati nella spazzatura, perché un nuovo CEO ha piani grandiosi e rispettare il tuo lavoro non rientra fra questi.
È quello che è accaduto a Julia Pott, creatrice di Summer Camp Island. E non solo a lei.
Ebbene sì, perché il 19 agosto Warner Bros. Discovery (WBD) ha sganciato senza preavviso (o quasi, ma ci torneremo) una bomba non da poco: 37 titoli ─ di cui 25 show animati originali creati per la piattaforma ─ sarebbero stati rimossi dal servizio di streaming di HBO Max. Destino? Sconosciuto.
Il problema è che Iron Widow non è nemmeno una classica storia di formazione. Tutto accade troppo velocemente, spesso sono gli eventi a trascinare i personaggi e spingerli ad agire, i dilemmi finali vengono risolti da un deus ex machina infilato dentro la trama in modo così brusco da lasciare chi legge disorientato. Non c’è tempo di affezionarsi ai personaggi, di catturarne gli aspetti meno scontati, di vederli muoversi in contesti quotidiani. E, peggio ancora, su ogni ambientazione e relazione si stende una patina grigia che rende Wu Zetian, Gao Yizhi e Li Shimin dei cartonati scialbi, con cui è difficile identificarsi o anche solo empatizzare.
Perché Sidney Poitier era un grande attore e non solo un grande uomo. Nell’estate del 2020 avevo preparato un articolo su La calda notte dell’ispettore Tibbs, film che mi sembrava molto attuale, visto ciò che stava accadendo negli USA in seguito alla morte di George Floyd. Solo adesso finalmente sono riuscita a recuperare quell’articolo dai miei archivi e mi sembra giusto pubblicarlo per celebrare la vita artistica di un uomo onesto, che non è stato solo un bravo attore ma suo malgrado è diventato anche un simbolo importante di lotta e di riscatto.
Non siete sulla Terra al tempo dell’ultima glaciazione ma su Ganimede, la più grande luna di Giove, unico satellite del sistema solare dotato di un suo campo magnetico. L’anno è il 3230 d.C. e in questo futuro, in questa linea temporale, gli esseri umani hanno scoperto come terraformare pianeti e satelliti. Adesso insieme alla Terra, anche Venere, Marte e Ganimede sono abitati.
Ganimede è la colonia più lontana, più piccola e più fredda: una palla di neve dove il gelo uccide con estrema facilità e dove i 300.000 esseri umani che la popolano vivono stretti in un’unica città, Heosphoros. A Heosphoros politica ed economia coincidono, perché la legge la detta la Hecates Inc., che gestisce la sua centrale nucleare, unica fonte di energia, calore e vita per i ganimediani.