Prendete la teoria dell’eterno ritorno, mescolatela con quella degli infiniti universi paralleli, aggiungeteci una generosa spolverata di folklore e vita quotidiana e quello che otterrete è The Tatami Galaxy o, per citare il suo sottotitolo: ‘leggende e miti delle stanze da quattro tatami e mezzo’.
Pubblicato anche in italiano (“Il Drago e la Saetta”), sempre per i tipi della Tunué, in un formato più ridotto, nella sua versione inglese – curata in collaborazione con la Japan Foundation, che si occupa di agevolare la diffusione all’estero di saggi e studi sulla cultura giapponese – The Dragon and the Dazzle si presenta come un lavoro ragionato e molto curato, seppur con limiti segnalati dall’autore stesso, su come la cultura pop giapponese si sia sviluppata a partire dal secondo dopoguerra e su come abbia attraversato diverse fasi, prima di essere completamente accettata nel mondo occidentale.
Se mi avessero detto che la lettura di questo trittico sarebbe stata così emotivamente impegnativa, ci avrei pensato due volte.
In realtà no.
In realtà lo avrei letto lo stesso, anche se ci ho messo mesi a digerire certe parti. Perché, ed entriamo subito nel merito della questione, Irvine Welsh non ti risparmia niente.