Al di là del fatto che l’ho trovato veramente gradevole e ben recitato, una serie di disavventure all’interno della produzione hanno costretto gli sceneggiatori e i produttori rimasti a fare qualche sforzo per mantenere un po’ di credibilità in questo prequel-sequel e questo ha portato a fare scelte un minimo più pensate che, pur mantenendo il film nel solco di determinati cliché che tanto piacciono a Hollywood, ne fa un action fantastico decisamente più curato della media a cui siamo abituati.
Ebbene, Joseph Fink l’ha fatto di nuovo. Ha scritto e prodotto un nuovo show, chiamato Alice isn’t dead e che gli abbonati al podcast di WTNV hanno potuto ascoltare nelle sue prime tre puntate, scaricabili «every other Tuesday», per citare le parole stesse di Fink, insieme alle puntate del radio-show condotto da Cecil Baldwin, voce dello speaker radiofonico Cecil Gershwin Palmer.
È un podcast gratuito, esattamente come WTNV, ma con quest’ultimo condivide solo l’essere uno show sci-fi con elementi horror. Tutto il resto è assai diverso, a partire dal contesto e dalla protagonista.
Pur sembrando a tratti una vera e propria lista, nello spirito già annunciato dall’introduzione di essere un compendio dallo scopo ordinativo su un argomento che ha visto una letteratura ampia, sì, ma dispersiva, Storia dell’animazione giapponese mi ha catturato fin dalle prime pagine con la sua dissezione precisa e ragionata di tutta la costosa ed elaborata macchina da guerra che c’è dietro uno dei tanti anime che oggi possiamo – anche grazie a Internet – vedere e della cui animazione non sempre perfetta possiamo lamentarci.
Con Il Libro della Giungla, però, devo dire di essermi perfettamente ricreduta, non solo per il modo in cu la trama ha saputo intrecciare le ispirazioni del cartone animato del 1967 alla lettera dei racconti di Rudyard Kipling, ma anche per la bravura degli interpreti coinvolti. O meglio, dell’interprete e dei doppiatori.