The Star Wars Holiday Special (1978)

Viaggio ai confine dell’abbrutimento profondo

The Star Wars Holiday Special - Locandina

Nel mondo ci sono due tipi di trash: c’è il trash buono, quello che ti fa ridere del cattivo gusto, dell’imperizia di regista e attori, in generale che mette un’allegria immotivata e fa persino sentire più intelligenti; c’è il trash autolesionistico che fa male all’anima, che ti riempie di disagio, che ti strizza le budella, che ti fa invocare pietà davanti allo schermo mentre ti abbrutisci, raggiungendo un livello di disumanità che nessuno dovrebbe conoscere mai nella vita.

“The Star Wars Holiday Special”, sfortunatamente, appartiene a questa seconda categoria, insieme a filmacci del calibro di “Cinquanta sfumature di grigio” – ma comunque meno trash di quest’ultimo caso o almeno non spacciati per capolavori romantici. Però fa quasi più male. Abbiamo visto questo film in quattro e, nell’ordine, a una mia amica ha cominciato a sanguinare il naso all’improvviso, l’altra si è assentata per mangiare la pizza, è tornata e ha continuato a guardare lo special senza praticamente perdere il filo, mia sorella ha cominciato ad aggiornare freneticamente qualsiasi social pur di non fissare troppo a lungo lo schermo, io mi contorcevo in preda al dolore sulla sedia reclinabile del soggiorno.

Non guardate questo film, salvatevi la vita

Prima di tutto: “The Star Wars Holiday Special” non è un film vero è proprio, è uno di quei brutti special natalizi che usano fare negli USA per sfruttare il successo di un determinato franchise… sputtanandolo orribilmente. Sono un po’ come i brutti sequel dei film Disney costruiti a tavolino per capire se lanciare serie tv spin-off, come quelle robe inguardabili di “Cenerentola 2” o “Mulan 2”.

Pare che nel 1978 George Lucas abbia permesso alla CBS, sotto la regia di Steve Binder, di realizzare questo special che gli è piaciuto così tanto che non esiste una sola copia fisica in commercio – che sia in VHS o DVD – né è mai stato incluso in alcuna edizione speciale della prima trilogia. Anzi, a sentire George, che prima i vende i diritti delle sue creature e poi si lamenta: «Se avessi tempo e un martello, rintraccerei ogni copia dello show e la distruggerei».

Difatti io questa perla del disagio contemporaneo l’ho beccata su Youtube, perché un buon samaritano ha deciso di rimasterizzarla e far conoscere a tutti la vergogna segreta di George Lucas (no, non è Jar Jar Binks, il prossimo nostalgia!fag di passaggio che tira in ballo Jar Jar Binks per dire che la seconda trilogia fa schifo si merita la visione di questo special in loop per settantadue ore di fila). A leggere i commenti devastati su Youtube, credevamo di trovarci davanti a una miniera di ottimo trash per ridere della nostra saga preferita e passare due ore in amabile liveblogging su Telegram.

Invece per poco non abbiamo rischiato la vita in preda alle convulsioni cerebrali.

La trama spiccia è questa: è il Giorno della Vita sul pianeta natale di Chewbecca e Han promette al suo co-pilota che riuscirà a portarlo a Kashyyyk (non è un keysmash) in tempo. Inaspettata come la famiglia di Clint Barton in “Age of Ultron”, scopriamo che su Kashyyyk Chewbecca ha una moglie, un figlio demoniaco che pare un parto dei gremlins e un vecchio padre sporcaccione che si trastulla sotto il casco da parrucchiere sugli ologrammi di belle strappone terrestri.

E vabbè.

Non è questo il peggio. E nemmeno la presenza di attori comici che fanno marchette pubblicitarie a prodotti inventatissimi e parlano dello spirito delle feste. E neanche Mark Hamill truccato come l’impersonatore di Nino d’Angelo. O Harrison Ford che compare in scene con i minuti contati perché non lo pagano abbastanza per sto schifo. O Carrie Fisher che vorrebbe morire. O gli intermezzi ballerini da Cirque du Soleil psichedelico della Galassia.

No, la cosa peggiore è che tutti i dialoghi fra i familiari di Chewbacca si svolgono nella lingua dei wookiee. Senza sottotitoli.

DUE ORE DI GRUGNITI NON IDENTIFICATI IN UN SET DA SIT-COM DEI POVERI DEGLI ANNI SETTANTA.

Due ore.

No, non lo so come ho fatto a sopravvivere senza morire.

Cosa fumavano gli amici della CBS?

A quanto pare lo special, nonostante gli ascolti altissimi, fu aspramente criticato da pubblico e critica. E a ben vedere. TSWHS è brutto, di quel brutto sciatto e girato malissimo, come quei film a bassissimo budget dove tutti recitano sui fondali di cartone e nemmeno si impegnano a farlo, dove chi ha scritto il copione era sotto effetto di LSD oppure un povero cristo sottopagato che avrebbe voluto essere altrove.

Questo special è una mossa puramente commerciale, fatta con la presunzione di poter ammannire qualsiasi schifezza al pubblico, pensando che il successo di “Star Wars” potesse giustificare una serie di scene giustapposte a cazzo di cane l’una dopo l’altra, senza neanche sprecarsi a inventare dei dialoghi – vedi i grugniti Wookiee senza sottotitoli – perché tanto i fan avrebbero preso per oro colato qualsiasi cosa.

Invece fortunatamente non è andata così. Resta il fatto che questo special è imbarazzante a dir poco. Io pensavo che peggio di “Colorado” o dello show delle torte in faccia ai politici del Bagaglino non potesse esserci nient’altro, sapere che l’abbrutimento umano può raggiungere questi limiti mi ha fatto perdere ancora più fiducia nei miei simili.

E pensare che questo special conta persino un breve corto animato dove compare il famigerato (e non si capisce perché così famoso) Boba Fett per la prima volta in azione, un cartone animato disegnato così male che Luke sembra sotto effetto di acidi e Han è disegnato come se gli avessero accartocciato il viso e poi ricomposto seguendo un quadro di Picasso.

Vorrei provare a raccontare la devastazione di questo esperimento contemporaneo di nonsense puro ma c’è poco da dire. I grugniti Wookiee sono occasionalmente intervallati da:

  • scene di Han e Chewbacca inseguiti dai TIE Fighter palesemente riciclate dal primo film;
  • un programma di cucina che in confronto quelli della Parodi sono alti momenti drammatici della televisione mondiale;
  • uno speciale chiamato “Vita su Tatooine” (?!);
  • un videoclip rosa e psichedelico di sei minuti su una canzone dei Jefferson Airplane;
  • le istruzioni di montaggio di un comunicatore che un commerciante amico dei Wookiee e onnipresente durante tutto lo show ha regalato al figlio demoniaco di Chewbacca;
  • videochiamate a Leia e Luke con gli attori visibilmente traumatizzati dal contesto;
  • il suddetto cartone animato molto brutto;
  • tizia che canta vestita da pseudo-sirena spaziale e fa eccitare (GIURO) il padre di Chewbacca.

Il resto è questo residuo di trama in cui l’Impero piglia di mira la famiglia di Chewbacca per catturare Han – e l’arrivo degli Stormtrooper che devastano la casa dei Wookiee è uno dei pochi momenti degni di risvegliare lo spettatore dal coma profondo – e poi Han e Chewbacca arrivano a salvare la situazione, tutti i Wookiee con delle tende arancioni addosso si riuniscono a grugnire sotto l’albero della Vita, arrivano a caso C3PO, R2D2, Leia e Luke, la povera Carrie Fisher è pure costretta a cantare e poi, finalmente, l’agonia finisce.

E quindi?

Quindi credo che ogni vero fan di “Star Wars” dovrebbe vedere questo scempio, lo spingerebbe ad amare ancora di più le due trilogie canoniche e soprattutto ad apprezzare il valore vero della vita.

Sul serio, il dolore fisico e mentale provato guardando questo show mi ha resa una persona più forte perché, come si dice, quello che non ti uccide, ti fortifica. “The Star Wars Holiday Special” è la prova lampante di come i produttori della grande industria cinematografica americana continuino a non capire che una platea di fan in delirio non la si può comprare con prodotti di cattivo gusto e pessima realizzazione, che non puoi – ogni stramaledettissima volta – sventrare saghe intere con premesse di tutto rispetto semplicemente per monetizzare sul merchandising.

TSWHS mi ha fatto incazzare ma soprattutto mi ha fatto male al cervello e ritorno persino al settimo episodio della saga, che non ho molto amato, con rinnovata fiducia – perché in fondo dopo “Natale con i Wookiee” potevano fare di peggio ma si sono fermati… anche se, lo confesso, a questo punto quasi lo pretenderei un bel “In crociera con i Gungann”, guest starring Jar Jar Binks.

No, scherzo.

O forse no…


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3 commenti su “The Star Wars Holiday Special (1978)

  1. Dopo questo special, possiamo ufficialmente battezzarci come la Jar Jar Squad. #ridatecelo
    (E comunque credo di essere ancora viva SOLO grazie a quella pizza. Grazie, pizza).

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