A onore del film va subito detto che aver affidato nuovamente la regia al suo creatore originale, in questo caso, è significato trovarsi davanti a un prodotto coerente, non un semplice revival del passato. Miller non ha parlato a caso di “rivisitazione”: basta guardare la trama del primo “Mad Max” per rendersi conto che il nostro è passato da protagonista incontrastato a spalla – all’inizio assai riluttante – di altri personaggi; al tema della violenza urbana che dilaga lì dove l’anarchia la fa da padrone, si sostituisce la prepotenza di chi ha il potere di controllare l’accesso alle materie prime e governare la popolazione secondo i propri capricci.